Un racconto pellegrino canta il respiro come fosse un atto d’amore, compiuto per ricondurre le parti al tutto universale. Ma desiderando intraprendere un cammino di riconnessione, da dove partire? L’opera aperta di Tiziano Guardini intraprende questo viaggio cercando risposte in quello che siamo. In ciò di cui facciamo parte. L’abito diviene segno per un lessico naturale, organico ed al contempo archetipale. Ci vollero cinque anni per scoprire come reperire la seta senza uccidere i bachi, da questa scoperta nacque la collezione “Three days to butterfly”. Il tempo, la dedizione, la cura, il mestiere e la volontà di mettere al mondo bellezza, salvaguardando l’appartenenza originaria ed intrinseca all’universo e le sue misteriose leggi generative, traduce inevitabilmente la ricerca di Tiziano Guardini in una missione.
Ispirata e rinnovata dalla XXII Esposizione internazionale Broken Nature: Design Takes on Human Survival (Triennale di Milano, 2019), l’opera aperta Ecology of mind1 di Tiziano Guardini inaugura la stagione 2021. Ecology of mind cerca nella vita e nell’armonia primordiale delle foreste, quell’atto d’amore volto al tutto e pertanto votato alla responsabilità verso il tutto.
La natura non ha il concetto di scarto, e noi ci sentiamo interpellati a riallinearci a questa legge così profonda, così semplice, così vera. Ecco che, ammirando un collage di tessuti d’archivio donati da aziende italiane, potremmo trovarci immersi in un paesaggio di pantere, ghepardi, giraffe, gorilla, fiori giganti. Una volta che il capospalla viene abbottonato, il disegno affiorerà in un vortice infinito.
Tessuti d’archivio creano pezzi unici. Ripristinano l’ordine di un ciclo continuo, evolutivo. Linee e forme evocative di un altrove a noi necessario, Maestro. Seta della pace, cotone biologico e lavorazioni in cui la presenza dell’uomo si allinea a quella consapevole della natura, così nascono capi che ci invitano ad una esplorazione. Sariane dalle forme over nascondono fluttuanti top con sovrapposizione di tessuti in seta ed espulsioni di fiori sul corpo della donna natura così come descritta nei capispalla che diventano poi quadri sparsi tra gli alberi.
Massima espressione di questo tornare a “vestirsi di natura” sono i lunghi vestiti creati ricamando fili di rafia. Evanescenza e contaminazione con la natura che riflette quella porzione di umanità che desidera e lotta per essere libera.
Il servizio fotografico coinvolge persone chiamate a raccontare la propria storia. Attraverso l’etnia, la libertà di espressione, le generazioni. Testimonianza della nostra appartenenza ad un pianeta unico e multiforme. Simonetta Gianfelici diventa espressione della ritrovata appartenenza alla natura, immersa pienamente in essa ne declama l’amore e ci racconta il sentiero.
Solo erba fresca e luce.
Una luce che sa di rovi e di more.
C’è bisogno di essere fedeli a se stessi.
Vivere la natura.
Avere cura degli attimi.
Conservare la memoria.
Rivestire di valore ogni cosa.
(Jole Patrizia Grappasonni)
Per promuovere il creato e non l’individuo, non il consumo, non il cannibalismo delle merce, la moda può inserirsi in un processo di risveglio ed educazione all’amore ed alla conoscenza.
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